Il mondo del lavoro è pieno di proposte, tra cui la figura professionale dell’operatore sociale. Questo lavoro è una vera e propria vocazione: ogni operatore sociale entra in contatto con i più deboli, coloro che hanno bisogno di aiuto e di assistenza per il recupero. Sono molteplici le procedure che mettono in atto gli operatori sociali, che devono avere un background adeguato e approfondire diverse materie di studio. Le procedure e gli approcci sono sempre diversi, in base anche al soggetto che trattano.

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Che cosa fa l’operatore sociale?

Sentire il desiderio di aiutare gli altri non è da tutti. È un po’ come il medico, l’infermiere, lo psicologo: il punto focale, la chiave per comprendere questo lavoro è che siamo al servizio degli altri, di coloro che ha bisogno di un aiuto esterno.

Per lavorare in questo modo, anzitutto, bisogna avere comprensione, essere empatici: comprendere i bisogni degli altri è, dunque, il primo passo per diventarlo. Possiamo seguire un corso di studi sin dalla nostra adolescenza e scegliere il Liceo delle Scienze Sociali. In seguito, possiamo anche frequentare l’Università, oppure seguire un corso specifico. Ogni regione mette a disposizione dei bandi specifici per diventare operatori sociali.

Seguendo il corso di studi all’Università, dobbiamo dapprima seguire la triennale e, infine, fare la qualifica: ci sono diverse branche della psicologia e della sociologia che possono tornarci utili sul lavoro.

Come diventare un operatore sociale: la vocazione

Possiamo, in alternativa, seguire i vari corsi per diventare operatore sociale. Le competenze sono strettamente correlate al sociale, all’istituzionale e alla materia relazionale. Offre cura e assistenza personalizzata in base al paziente. Oltre a svolgere il lavoro in sede, offre assistenza domiciliare. Seguono gli anziani, gli adulti e i bambini: danno sostegno per la crescita, lo sviluppo e la riabilitazione. Un lavoro completo, che è soprattutto una vocazione.