Per quanto riguarda i permessi di lavoro donatore di sangue al lavoratore spetta un giorno di riposo retribuito nonché i contributi figurativi corrispondenti. La retribuzione viene anticipata dal datore di lavoro che sarà poi rimborsato dall’INPS tramite il meccanismo della compensazione. Tale giorno retribuito spetta ai lavoratori dipendenti ma non a quelli autonomi o che versano i contributi alla gestione separata.

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Riposo nel giorno della donazione sangue

Il computo del giorno di riposo parte dal momento in cui il lavoratore si è assentato dal lavoro per la donazione del sangue oppure dall’ora indicata nel certificato medico e rilasciata dopo la donazione al lavoratore. Con il Decreto Lorenzin, si prevede un rimborso anche per il lavoratore che si sia assentato da lavoro per eﬀettuare la donazione del sangue ma che sia risultato inidoneo per ragioni sanitarie o perché non sia trascorso il periodo tra una donazione e un’altra.

Nel caso in cui, invece, la donazione avvenga di sabato (nel caso di settimana corta), il lavoratore potrebbe non aver diritto alla retribuzione. Se, invece, il lavoratore eﬀettua la donazione poco tempo prima della fine della giornata di lavoro, la retribuzione potrebbe essere ridotta. Può donare il sangue chiunque abbia un’età compresa fra i 18 e i 60 anni e con un peso maggiore di 50 chili.

E’ essenziale avere un buono stato di salute e uno stile di vita non a rischio.

Occorre, inoltre, attendere fra una donazione di sangue e l’altra, un intervallo minimo di novanta giorni. In definitiva, un uomo può donare sangue fino a quattro volte l’anno mentre una donna in età fertile, fino a due volte in un anno. Per far valere il proprio diritto, il donatore dovrà presentare al datore di lavoro, il certificato medico con i propri dati, la quantità di sangue prelevata (almeno 250 grammi), giorno e ora del prelievo e la dichiarazione che attesti che la sua donazione sia avvenuta a titolo gratuito.