Quali contratti si usano per le aziende agricole?

Lavorare nelle aziende agricole oggi è possibile farlo seguendo strade differenti. Si può ad esempio aprire una propria impresa, oppure cercare lavoro come operaio, di fatto ad oggi il lavoro è agricolo è considerato il lavoro del futuro. Ma quali contratti si usano? Le tipologie di contratto sono differenti in base al tipo d’impiego effettuato, anche se i contratti stagionali sono quelli che prevalgono sulle altre tipologie contrattuali.

Questo perché nella maggior parte dei casi i lavori agricoli sono stagionali. Molti sono i dipendenti che possiedono contratti a tempo determinato o contratti occasionali che durano non più di 100 giorni all’anno. Tuttavia alcune tipologie di contratto agricolo considerano una durata minima di 180.

Ma in quali periodi si lavora nei campi e nell’agricoltura? Solitamente, i periodi più fiorenti riguardano la primavera e l’estate, mentre l’autunno e l’inverno risulta meno proficuo. Vediamo quali sono le tipologie di contratto e come poter riscuotere eventuali disoccupazioni agricole.

Contratti e disoccupazione agricola

Come specificato in precedenza, il lavoro agricolo è sostanzialmente stagionale. Detto questo, il
contratto è quasi sempre determinato, a meno che non si svolgano poi mansioni amministrative o di
compravendita agricola.

Se si ha avuto un contratto a tempo determinato in ambito agricolo, in gran parte dei casi è possibile
riscuotere la fatidica disoccupazione agricola. Fra gli altri requisiti rientrano l’essere coloni, piccoli
coltivatori o operai agricoli a tempo indeterminato che però sono impegnati solo durante una parte
dell’anno.

Per fare in modo che un’eventuale domanda di disoccupazione venga accettata è opportuno essere iscritti agli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli che sono a tempo determinato, avere almeno due anni di anzianità e aver versato almeno 102 contributi giornalieri.

Da notare che sono esclusi dalla disoccupazione agricola gli extracomunitari che hanno il permesso di soggiorno solo per un lavoro stagionale, chi è già titolare di pensioni dirette e chi si dimette volontariamente prima del periodi di scadenza del contratto (escludendo casi come esigenze di maternità o di malattia).