Una ditta di pulizie può rivelarsi un’attività gratificante e remunerativa e per questo, in molti, decidono di aprirne una. Soprattutto se già si dispone di un certo numero di clienti, si potrebbe aver voglia di allargare il proprio business.
Quando si apre una ditta di pulizie, bisogna considerare tutti gli adempimenti burocratici da seguire oltre che i costi da sostenere ma, soprattutto, prestare attenzione a che tipo di società aprire cioè alla forma societaria dell’attività a cui si sta per dare vita.
Sicuramente, come per tante altre attività, si può considerare l’ipotesi del franchising, sia se si vuole offrire solo attività di pulizia sia se si vuole offrire anche quella di sanificazione.
Il franchising, infatti, è vantaggioso perché:
- i costi di avvio attività sono più bassi;
- si possono noleggiare le attrezzature senza doverle acquistare;
- si possono acquistare i prodotti per la pulizia a prezzi più vantaggiosi;
- si ha la formazione continua anche durante lo svolgimento dell’attività
- si beneficia della pubblicità e delle attività di marketing di un gruppo già avviato.
Se si decide di aprire una ditta di pulizie in franchising, i costi da sostenere si aggireranno attorno ai 5000- 20000 euro, a seconda della specializzazione delle attività che si vogliono offrire.
Tuttavia, si possono scegliere anche altre forme societarie per la propria ditta di pulizie: si fa riferimento alla forma della ditta individuale o della società di persone o della società di capitali.
La scelta dipenderà da fattori come:
- numero dei clienti;
- fatturato;
- presenza o meno di dipendenti;
- numero di beni strumentali utilizzati.
Anche la scelta del regime fiscale va ponderata in base alla forma societaria scelta: infatti, se si opta per la ditta individuale e non si prevede di superare 65.000 € di reddito imponibile nell’anno, si può adottare il regime forfettario. Nel caso in cui, invece, si opti per la forma societaria, si dovranno adottare i regimi previsti (e non quello forfettario)
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