Il coworking sta rivoluzionando il mondo del lavoro: si tratta di un sistema che consente di affittare, per un certo periodo di tempo, scrivanie e rete Wi- Fi.

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Ecco alcuni passi da seguire per aprire un coworking

Ubicazione: sono ottimi sia il centro cittadino che la periferia, sia luoghi vicini ad altri uffici, a negozi o a laboratori artigianali ma l’essenziale è che il posto scelto sia raggiungibile con strade e mezzi.
Costi di apertura: aprire un coworking in un centro storico può essere costoso ma oggi molte amministrazioni pubbliche incentivano la rimessa a nuovo di zone degradate purché si presenti un progetto di un’impresa sostenibile.

In alternativa, si possono richiedere finanziamenti a fondo perduto o agevolazioni tramite bandi per ridurre i costi di avvio.

Grandezza: è preferibile partire con un coworking piccolo e poi, man mano che si vedono i risultati, ingrandirsi, valutando i costi dei dipendenti e delle utenze.
Assetto societario: si può scegliere fra associazione, fondazione, cooperative sociali, SRL e tanto altro ma in ogni caso, il consiglio è quello di rivolgersi ad un esperto (commercialista, ad esempio) per avviare il proprio coworking.
Ambiente del coworking: in un coworking conta l’ambiente e l’arredo che devono essere confortevoli e attrarre.

Per questo, è utile (oltre che buona norma) far trovare ai partecipanti al coworking strumenti di lavoro come pc, stampanti, monitor, impianti audio oltre che la connessione in fibra ottica.

Tariffe: è importante tenere i prezzi accessibili per essere appetibili.

Si possono stabilire tariffe giornaliere, settimanali, mensili o fissare il costo per un carnet di ingressi.

Promozione: è necessario farsi conoscere e magari iscriversi ad in un elenco di coworking

Infine, per quanto riguarda la burocrazia, ci sono degli adempimenti da compiere presso la Camera di Commercio e il Comune (come la Segnalazione di inizio attività o l’Iscrizione al Registro delle imprese e l’apertura della Partita IVA.