La quota 100 potrebbe essere la prossima introduzione per quanto concerne la riforma delle pensioni. Il sistema sarebbe abbastanza semplice da comprenderebbe, la somma tra i contributi versati e l’età anagrafica dovrà essere almeno 100.

Questo significa, ad esempio, che se si hanno 66 anni e 34 di contributi versati si potrà andare in pensione, con un massimo di due anni di contributi figurativi.

Stando ai dati trapelati nelle ultime settimane si parla di una spesa di 4 miliardi di euro e di un potenziale di beneficiari di 400 mila futuri pensionati. Viene invece messo in secondo piano il percorso per la quota 41, ovvero la quota di anni di contributi per la pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica.

Quota 100 ancora una proposta

Ovviamente per quanto concerne la quota 100 è ancor una proposta, quindi per quanto concerne i
requisiti come ad esempio l’età pensionabile, siamo ancora nel campo delle ipotesi.

Al momento si parla di 64 anni come età pensioni minima e massimo 2 anni di contributi figurativi
versati, riguarda proprio la presenza o meno di un minimo di anni di contributi versati.

Il paletto nuovo del tetto di 2 anni di contributi figurativi accreditati nell’estratto conto contributivo del
lavoratore, fa pensare che, accanto all’età anagrafica minima di 64 anni non verrà inserito un numero di
anni di contributi versati, ma solo il paletto di un numero di anni di contributi figurativi non superiore a
2.

Resta da capire se sono automaticamente esclusi dall’accesso pensionistico anticipato coloro che hanno
superato i 2 anni di contributi figurativi, a prescindere dagli altri requisiti, oppure vi sarà comunque il via
libera al prepensionamento anche per coloro che comunque posseggono l’età anagrafica ed un numero
di anni di contributi tale consentire il raggiungimento di quota 100.

Nelle prossime settimane ci si aspetta possano essere chiariti alcuni aspetti per quanto concerne l’età pensionabile e i requisiti per l’età pensioni relativi alla quota 100.