Sono sempre di più le persone che scelgono di lavorare all’estero. Trovare un lavoro all’estero a volte può risultare molto più facile vista quella che è la situazione nazionale. È chiaro che però questo implica una serie di procedure burocratiche da seguire e da conoscere per quanto riguarda ad esempio, i contributi Inps. C’è da sapere infatti che chi sceglie di lavorare all’estero avrà comunque diritto alla pensione e potrà riscattare i propri contributi.
I contribuenti infatti potranno visualizzare i contributi che hanno maturato nei paesi in cui si applica
la stessa normativa, ovvero quelli dell’Unione Europea. Secondo la normativa comunitaria Europea è
prevista la totalizzazione internazionale per passare i propri contributi e quindi certificare il lavoro effettuato anche all’estero per ottenere la pensione.
Lavorare all’estero, i requisiti per la pensione
Innanzitutto bisogna capire bene dove lavorare all’estero se si vuole cercare di raggiungere degli
obiettivi pensionistici. Chi trova lavoro all’estero, dovrà preoccuparsi di accertare i propri contributi ma
sarà necessario lavorare almeno un anno per ottenere la totalizzazione internazionale. È chiaro che a
seconda del paese di riferimento verrà calcolato il contributo INPS in maniera diversa tenendo conto di
quelle che sono le convenzioni e gli accordi specifici.
I contributi che saranno calcolati sono quelli del lavoro autonomo dipendente i figurativi volontari e
quelli da riscatto. Basterà fornire all’INPS almeno un contributo settimanale da attività lavorativa
prestato presso un altro paese. Nel caso si sia lavorato meno di un anno solare, chi effettuerà la
totalizzazione dovrà prendere in considerazione i periodi inferiori alle 52 settimane per accertare il
diritto alla prestazione richiesta.
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