Quando un cliente non paga, non ricevere il proprio compenso è solo uno dei problemi da fronteggiare. Sicuramente nella gestione fatture ci sarà da segnalare che la fattura risulta insoluta.

Infatti, se si è imprenditori individuali si è comunque costretti a pagare le tasse sui ricavi fatturati anche se non si è incassata la fattura e, dunque, pagare l’Irpef sul compenso dichiarato.

Se si è lavoratori autonomi, invece, si pagherà l’Irpef soltanto sui compensi incassati.

Per evitare di pagare l’Irpef, l’unico modo è quello di stornare la fattura e, dunque, aggiungere una nota di credito per l’importo corrispondente.

In questo modo, si annulla automaticamente il ricavo registrato e si evita di pagare l’Irpef in anticipo.

Il danno è che in questo modo non si potrà più richiedere al cliente il pagamento dovuto per il servizio effettuato: dunque, è opportuno stornare la fattura solo quando si sia certi che il cliente non pagherà e si voglia abbandonare l’idea di procedere per vie legali.

Nello stornare la fattura ed emettendo la nota di credito, si va a stornare anche l’imposta e non si sarà costretti ad anticipare l’Iva.

Se però non è praticabile la strada dello storno della fattura, ci si può appellare al meccanismo dell’Iva per cassa: questo consente di versare l’Iva allo Stato solo dopo aver ricevuto il pagamento dal cliente e, di conseguenza, se il cliente non paga non si è obbligati ad anticiparla.

Bisogna ricordarsi di applicare il meccanismo dell’Iva per cassa su tutte le fatture emesse ai titolari di Partita Iva e si potrà detrarre l’imposta solo sulle fatture passive che si sono pagate.

Se i tempi di pagamento superano i 12 mesi sorge un altro problema: l’Iva va versata entro un anno dalla vendita o dalla prestazione del servizio e, dunque, se il cliente paga dopo un anno, bisognerà comunque provvedere ad anticipare l’Iva.