Le ripetizioni online sono un’alternativa alle classiche ripetizioni a domicilio che si sta diffondendo molto nell’ultimo periodo per via dell’emergenza Coronavirus. Studenti o genitori cercano degli insegnanti che facciano ripetizioni online per aiutare a colmare delle lacune, preparare un’interrogazione o un esame e così via. Essendo spesso le ripetizione un secondo lavoro, non è facile regolarizzare il compenso.

In effetti le ripetizioni online sono del tutto simili a quelle tradizionali con la differenza che vengono prestate a distanza, utilizzando ad esempio Skype. Al pari delle ripetizioni tradizionali, anche per le ripetizioni online, l’insegnante deve regolarizzare gli incassi:

se si è un lavoratore autonomo, bisogna includere le lezioni private nella dichiarazione dei redditi;
se si è invece un insegnante che lavora per un organismo che offre ripetizioni (è il caso degli insegnati che si registrano alle piattaforme che offrono tale servizio), bisognerà avere un contratto con questo organismo e dichiarare le tasse come un lavoratore dipendente.

Se non si dichiarano gli incassi, infatti, si può incorrere in multe che vanno dal 100 al 200% del valore dell’imponibile non dichiarato. Per lavorare come insegnante di ripetizioni online come lavoratore autonomo, non sarà necessario aprire la Partita IVA ma semplicemente inserire nel modello 730 i guadagni ottenuti svolgendo questa prestazione occasionale.

Un altro aspetto da valutare sono i guadagni ricevuti: se sotto ai 5000 euro lordi non sarà necessario iscriversi alla gestione separata; altrimenti bisognerà farlo in modo da versare i contributi richiesti all’INPS. Se l’attività di dare ripetizioni online diventa continuativa, invece, sarà necessario aprire la Partita IVA attraverso i modelli del sito dell’Agenzia delle Entrate e scegliendo il codice ATECO del settore di riferimento.

Uno dei regimi più convenienti e adatti a questa circostanza è quello forfettario perché, se non si superano i 30.000 euro l’anno, si pagheranno solo il 5% delle tasse (ma sarà comunque necessario pagare l’INPS).