Poter contare sui permessi allattamento per i genitori lavoratori può risultare determinante nella crescita dei bambini. Grazie a questi, infatti, si possono ottenere alcune ore di risposo regolarmente pagate che consentono di rispondere alle esigenze del neonato.
Il periodo permessi allattamento è limitato al primo anno di vita del piccolo e in caso di adozione si riferisce ai primi 12 mesi dall’inserimento in famiglia. Le ore che si possono ottenere grazie ai permessi allattamento Inps sono proporzionali alle ore lavorative, se queste superano le 6 ore giornaliere, si può godere di 2 ore di riposo, sotto questa soglia si limita ad un ora sola. Queste possono essere gestita nella maniera in cui il genitore ritiene migliore, quindi sia consecutivamente che in più volte durante la stessa giornata.
Permessi allattamento richiesta: cosa fare
Per ottenere i benefici previsti dai permessi allattamento Inps è necessario presentare apposita
richiesta all’ente previdenziale, oltre che a comunicare, ovviamente, tale disposizione anche al proprio
datore di lavoro.
Oltre alle richiesta permesso allattamento nella documentazione deve essere allegato il certificato di
nascita del bambino, per certificare che quest’ultimo non abbia superato l’anno di vita, e nel caso in cui
venisse presentata dal padre anche i certificati che attestano l’impossibilità della madre di assolvere a
tale compito.
Nello specifico può essere effettuata la richiesta permessi allattamento dal padre se la mamma è
lavoratrice dipendente che non si avvale del beneficio, in quanto appartenente a categoria di lavoratori
non aventi diritto ai congedi per allattamento. Altra ipotesi per la quale il padre del piccolo può
usufruire dei permessi allattamento Inps nel caso di madre lavoratrice non dipendente, ovvero
artigiana, commerciante, coltivatrice diretta o colona, imprenditrice agricola, parasubordinata, libera
professionista che determinano l’oggettiva impossibilità della madre stessa di accudire il bambino.
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