I permessi allattamento sono uno strumento molto importante e possono risultare determinanti per la tranquillità psicofisica dei genitori e dei piccoli. Questi spettano in genere alla mamma, ma in alcuni casi anche ai papà, nel primo anno di vita del proprio figlio.
I permessi allattamento Inps è la più importante alternativa al congedo parentale e sotto certi aspetti è da considerarsi anche migliore. Uno di questi è proprio la retribuzione. Per le ore che il datore di lavoro concede al genitore viene riconosciuta, infatti, un’indennità La differenza tra le due formule sta nel fatto che se per il primo viene pagato solo il 30% di quanto dovuto per le ore concesse tramite i permessi allattamento il lavoratore viene pagato come se in quelle ore fosse stato regolarmente sul posto di lavoro.
Permessi allattamento bambini, come funzionano
Le ore ottenute tramite i permessi allattamento Inps possono essere gestiti a proprio piacimento, divisi in più periodi della stessa giornata, ma non sono cumulabili, ad esempio se per più giorno non ne usufruisco non potrò ottenere un’intera giornata di riposo.
Il periodo permessi allattamento, come detto in precedenza, è riferito solo al primo anno di vita del bambino ed è commisurato alle ore lavorative quotidiane. Nel caso in cui il genitore ha una media di 6 ore lavorative al giorno saranno 2 le ore di permessi allattamento, mentre per una media inferiore il permesso è solo di un 1 ora al giorno.
Permessi allattamento richiesta: ecco come fare
Per effettuare nella maniera migliore la richiesta permessi allattamento deve essere presentata
apposita domanda all’Inps per mezzo postale)oppure usufruendo dell’assistenza gratuita di un
patronato.
Alla richiesta va presentato il certificato di nascita del bambino. Se il permesso si richiede in seguito ad
un’adozione, bisogna presentare anche una copia del provvedimento di adozione, in questo caso i
periodo permessi allattamento è di 12 mesi dall’arrivo in famiglia
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