Lavoro domestico non continuativo come si regolarizza

Può darsi che un lavoratore domestico non venga assunto con contratto di lavoro full time lavoratore domestico, e che la famiglia che lo ha assunto abbia la necessità che il lavoratore lavori presso di loro soltanto per determinate ore durante la giornata o nell’arco di un periodo di tempo. Si tratta, in poche parole, del lavoro domestico non continuativo: quella tipologia di lavoro che rientra, secondo l’INPS, nel lavoro occasionale accessorio.

Il lavoro domestico non continuativo deve essere, ovviamente, retribuito, ed è soggetto agli obblighi assicurativi, “ […] in applicazione delle norme previste dall’art 26 DPR 1403/71”. Questo articolo, in pratica, specifica l’obbligo delle assicurazioni sociali nei confronti dei lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari. Affinché un lavoro domestico possa dirsi “non continuativo”, non deve assolutamente superare i 5000 euro annui di retribuzione.

Lavoro domestico, il contratto a chiamata

Il contratto ad ore è, quindi, quella tipologia di contratto che regolamenta il lavoro del lavoratore nel caso in cui questo presti “la propria opera in famiglia solo per alcuni giorni alla settimana, e con un orario inferiore alle 24 ore settimanali” (per maggiori dettagli, vedi: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=43287 ).

Il pagamento delle prestazioni di lavoro occasionale accessorio (domestico – ma anche se si vuole
assumere una colf) avviene tramite l’erogazione di buoni del valore nominale di 10 euro, fino ad un
massimo di 20 o 50 euro (2 o 5 buoni assieme).

Per regolarizzare il lavoro domestico non continuativo bisogna attenersi ad una serie di parametri,
come il pagamento dello stipendio tramite voucher (che consentono anche di pagare i contributi), lo
stipendio non superiore ai 5000 euro annui, i giorni di lavoro effettuati non superiori a 30 in un anno.
Inoltre, prima dell’inizio della prestazione lavorativa accessoria il datore di lavoro deve comunicare, per
via telematica INPS oppure presso le rispettive sedi, i dati anagrafici ed il codice fiscale (propri e del
lavoratore), il luogo di svolgimento e le date di inizio e fine dell’attività lavorativa.