Un perito agrario è un professionista il cui aiuto è fondamentale per le aziende agrarie e zootecniche: infatti, fornisce consulenze che hanno lo scopo di ottimizzare e ammodernare il lavoro nei settori dell’agricoltura e della zootecnia. Per un perito agrario è fondamentale la formazione, sin dalle scuole superiori: dopo aver conseguito il diploma presso un Istituto Tecnico Agrario, è necessario svolgere un tirocinio della durata di due anni.

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Quanto guadagna un perito agrario? Dipende

Solo dopo aver terminato questo periodo di tirocinio, si potrà sostenere l’Esame di Stato per l’abilitazione allo svolgimento della professione. Per quanto riguarda i guadagni, bisogna distinguere fra i periti agrari che svolgono la loro professione come liberi professionisti e coloro che, invece, sono dipendenti di un’azienda agraria o zootecnica.

Ad ogni modo, il reddito medio annuo per un perito agrario è di 22.200 euro cioè di 1250 euro netti al mese. Si parte, infatti, da una retribuzione minima mensile di 840 euro netti e di un massimo di 1900 euro. Ovviamente, la retribuzione varierà in base alle mansioni svolte e al luogo presso cui si svolge la propria professione (non solo intesa come azienda presso cui si è dipendenti ma anche come città).

Quali città pagano di più?

A proposito delle città che offrono di più per i periti agrari, quelle del Nord Italia forniscono maggiori sbocchi lavorativi. Tornando ai guadagni, l’ammontare di questi dipende anche dall’esperienza: un perito agrario senza esperienza, può arrivare ad uno stipendio medio mensile di circa 1040 euro.

I periti agrari con 4- 9 anni di esperienza alle spalle, invece, possono ambire ad uno stipendio medio mensile più elevato (1180 euro). I periti agrari con più esperienza (10- 20 anni) possono raggiungere uno stipendio medio mensile di 1550 euro. Infine, a fine carriera (e cioè dopo 20 anni e più di esperienza) la retribuzione media mensile può raggiungere i 1620 euro (cioè più del 30% dello stipendio medio di un perito agrario).