Il TFR, ovvero il “trattamento di fine rapporto”, spetta a tutti quei lavoratori dipendenti che sono stati licenziati, sia volontariamente, involontariamente o dopo dimissioni. E’ una sorta di liquidazione o pagamento che il datore di lavoro o l’azienda versano al lavoratore che si è dimesso oppure che è stato licenziato. Solitamente, corrisponde a circa una mensilità per ogni anno lavorato.
Per calcolare il TFR, nel nostro caso quello “lordo” quindi, solamente per avere un’idea di quanto potrà spettarci, sarà sufficiente eseguire una semplice operazione matematica: bisognerà sommare le retribuzioni di ogni anno lavorato e dividere il risultato per 13,5. Matematicamente parlando, si dovrà fare: retribuzione 1° anno lavorato + 2° anno lavorato +… retribuzione X anni / 13,5.
TFR, quando viene pagato
Ovviamente, il TFR rappresenta una percentuale del tuo stipendio che l’azienda non dà subito, ma che si accantona di mese in mese. Poiché, sostanzialmente, il TFR è del lavoratore, allora gli spetterà anche se viene licenziato per giusta causa. Nel caso in cui il datore di lavoro ritardi nella consegna del TFR, il lavoratore ha il diritto di inviare una lettera al datore di lavoro con un sollecito alla liquidazione. Qualora nemmeno con questa lettera si riesca a risolvere il problema, sarà opportuno agire per vie legali.
Il TFR, se non specificato diversamente nel contratto collettivo nazionale apposito, deve essere corrisposto dal datore di lavoro al lavoratore dipendente nel momento esatto del licenziamento o, per essere più precisi, entro e non oltre il quindicesimo giorno dal licenziamento. Il datore di lavoro che non rispetta questa regola potrà vedersi aumentare proporzionalmente, di giorno in giorno, la quota di TFR che dovrà versare al lavoratore.
Come ricevere il TFR
Per ricevere l’accredito del TFR, sarà possibile ottenerlo sotto forma di assegno oppure tramite
bonifico bancario. Sebbene questa seconda scelta non sia poi molto comune, negli ultimi anni stanno
aumentando i bonifici del TFR su conto corrente. Da notare che i tempi per l’accredito variano a
seconda della tipologia di lavoro che si è svolto: i dipendenti pubblici avranno un accredito in tempi
diversi rispetto ai dipendenti privati.
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