Sapere come funziona il nuovo reddito di inclusione 2018 e che può esser richiesto da tutti è importante per quei nuclei familiari che si ritrovano in situazioni economiche difficili. Se si ha un reddito ISEE al di sotto dei 6000 € e il reddito ISRE al di sotto dei 3000 € si può rientrare nei parametri stabiliti dalla legge.
Tuttavia, per quanto riguarda i pensionati (e soprattutto le pensioni cumulabili), ci sono alcuni casi determinati in cui si può cumulare il reddito d’inclusione in questo senso. Vediamo, nello specifico, quali sono le casistiche in cui i pensionati risultano agevolati.
Reddito di inclusione e pensioni cumulabili
È possibile cumulare alcune pensioni con il REI se si presentano casi come indennità
d’accompagnamento per disabili, indennità per tirocini destinati all’inclusione sociale, casi di sostegni
economici in progetti indirizzati al nucleo familiare (a carico di risorse comunali), attività legate alla
riabilitazione, casi di riduzione ed agevolazioni di vario tipo per il pagamento di tributi, casi di importi
riconosciuti come erogazioni in forma di buoni servizio.
Naturalmente, tali casistiche devono essere riconosciute dai patronati o enti simili per poter decretare eventuali entrate pensionistiche. Importante è rimanere sotto la soglia massima dei redditi ISEE e ISRE, così da poter rientrare fra le famiglie che possono usufruire del reddito di inclusione.
Rientrare nel reddito d’inclusione
È opportuno tener di conto che anche se si rimane al di sotto della soglia del reddito, è necessario
rispettare criteri ulteriori stabiliti dalla nuova legge entrata in vigore lo scorso 1 gennaio 2018.
Questi criteri specificano che nel nucleo familiare dev’esser presente una donna in gravidanza, un figlio
disabile, una persona over 55 o un minore.
Inoltre, considerando che la REI andrà a “sostituire” la tassa di disoccupazione (o, perlomeno, chi
riscuote la NASpI non avrà diritto alla REI), la tassa è stata progettata per aiutare disoccupati e famiglie
in difficoltà economiche.
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