Quando si deve scegliere la forma da utilizzare per la propria attività economica, bisogna tener conto di diversi aspetti:

il rischio di impresa e professionale, ovvero il rischio assunto dall’imprenditore che può essere civilistico o di carattere penale in caso di danni a persone o cose (questo ovviamente dipende dal tipo di attività svolta perché in alcune è insita una possibilità di rischio più elevata);
gli obblighi di legge, amministrativi e fiscali, che devono essere rispettati durante lo svolgimento della propria attività di impresa;
i costi economici e fiscali necessari per la creazione e la gestione della forma di impresa da utilizzare, per questo, prima di scegliere, è consigliabile valutare la convenienza economica con un preventivo che evidenzi i costi e i ricavi attesi, anche rivolgendosi ad uno specialista.

Veniamo cosa fare per aprire una ditta individuale

Fatta questa premessa, molte volte viene consigliato di dare vita ad una ditta individuale perché non ci sono molti adempimenti burocratici e fiscali da fare. Uno degli svantaggi di questa forma societaria è quello che il rischio patrimoniale e penale grava solo sul titolare mentre in altre forme societarie, la responsabilità non grava solo sull’imprenditore ma si può limitare.

Ad ogni modo, conviene scegliere la ditta individuale per attività che hanno a che vedere con mestieri, arti e professioni che vedono l’imprenditore, appunto, come unico titolare. In particolare, rientrano in questa categoria, attività come quelle del commercialista, dell’architetto, dell’ingegnere, del medico, del cosmetologo, del restauratore, del massaggiatore e di un consulente di vario genere (come quello che può operare nel settore del marketing oppure il consulente d’impresa o di informatica e, per finire, anche il consulente di immagine).

Infine, anche attività come quella del parrucchiere, del riparatore di TV o di accessori elettrici ed elettronici è preferibile svolgerle con la forma societaria della ditta individuale