Se si è dipendenti d’azienda, si può necessitare di fare una pausa pranzo senza tornare a casa, magari usufruendo di una mensa aziendale. Tuttavia, nei casi in cui le mense non sono previste, c’è un’altra possibilità per un pasto caldo all’ora di pranzo, ovvero i buoni pasto. I buoni pasto non sono nient’altro che ticket cumulabili che possono essere utilizzati in enti alimentari convenzionati. Vediamo nello specifico come poterli utilizzare e soprattutto dove poterli presentare.

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Dove spendere i buoni pasto

Dove si possono spendere i buoni pasto? Se l’azienda provvederà a rilasciare un buono pasto, l’azienda stessa avrà instaurato collaborazioni con pizzerie, ristoranti o supermercati dove sarà possibile consumare il buono. Ad ogni modo, la “collaborazione” non è solo tra azienda e ristorante, ma anche la società che emette i buoni pasto gioca un ruolo fondamentale.

Quest’ultima provvede a riscuotere (dagli enti convenzionati) una percentuale sui buoni venduti che, inizialmente, sono stati forniti all’azienda. Da notare che il buono va consumato per intero (ovvero non si può ritirare nessun tipo di resto) e non può essere utilizzato per acquistare prodotti non alimentari (ad esempio è proibito comprare prodotti come profumi o deodoranti nei supermercati, anche se convenzionati).

Ticket in sostituzione alla mensa

Sostanzialmente, i buoni pasto funzionano come una sorta di ticket che può sostituire la mensa. Naturalmente, i prezzi dei buoni pasto sono agevolati appositamente per i dipendenti d’azienda, così che essi possano ottenere un pasto caldo, economico ed in breve tempo durante una pausa pranzo.

Inoltre, considerando le normative vigenti, il massimo dei buoni pasto può arrivare fino a otto per una spesa unica. Nel caso che si vada oltre tale limite, non si potrà usufruire dei pasti forniti dagli enti agevolati e naturalmente si dovrà pagare le cifre ulteriori di tasca propria.