All’apparenza aprire una società negli Emirati Arabi, ad esempio nelle free zone a Dubai, è molto vantaggioso perché si può beneficiare di una fiscalità agevolata o addirittura azzerata se si apre una società in una delle Free Zone della società.

Tabella dei contenuti

Infatti sono diverse le possibilità per aprire la propria società a Dubai:

una Holding Company (una società di investimento che non svolge attività commerciale) o una Onshore (cioè una società che opera sul territorio) nel Mainland
una Offshore (che svolge attività solo al di fuori degli Emirati Arabi) o una Branch (un ramo della casa madre principale), oppure una Free zone establishment (FZE) o una Free Zone Company (FZCO) nelle Free Zone

Aprire una società a Dubai ha tanti vantaggi ma presenta anche dei rischi, come il problema delle società fittiziamente costituite all’estero.

Cosa vuol dire?

Quando si costituisce una società all’estero bisogna far riferimento alle normative fiscali italiane.

Infatti, se si apre una società a Dubai o negli Emirati Arabi, ma si continua ad essere residenti in Italia, si può incorrere nel reato di esterovestizione societaria e di società fittiziamente costituita all’estero.

Questo è il caso in cui l’imprenditore rimane residente in Italia mentre a Dubai trasferisce solo la sede legale della società, dove cioè si pagano le imposte.

Se la legge italiana dovesse scoprirlo, l’imprenditore otterrebbe un accertamento per esterovestizione della società e potrebbe essere chiamato a versare le maggiori imposte che non sono state versate in Italia, che si concretizzano in imposte che vanno dal 120% al 240% (con l’aumento di 1/3 per redditi esteri) delle imposte dovute e non versate in Italia.

Ecco allora che per non correre rischi quando si apre una società a Dubai, è importante aprire la società nel modo corretto, rifacendosi non solo alla normativa societaria e fiscale estera ma anche e soprattutto a quella italiana.
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