Sono sempre di più le famiglie italiane che si avvalgono del lavoro domestico per accudire il proprio caro malato, o farsi aiutare nelle faccende di casa, o ancora per guardare i bambini. Ma cosa bisogna fare a livello pratico per essere in regola? Ovviamente ci sono diversi punti da seguire, alcuni comuni, altri che variano a seconda della nazionalità del lavoratore che si intende assumere. Andiamo a vedere in particolare quali sono i passaggi che non bisogna saltare per il lavoro domestico inps.
La prima cosa da fare è quella di raccogliere tutti i dati e i documenti del lavoratore per poterne fare la registrazione: stiamo parlando di carta d’identità, del codice fiscale e del tesserino sanitario. Qualora il lavoratore sia straniero o addirittura non appartenga ad un Paese dell’Unione Europea, tra i documenti richiesti ci sono senza dubbio il permesso di soggiorno.
Regolamentare il lavoro domestico
Il contratto lavoratore domestico può essere stipulato anche da un lavoratore minorenne, a patto che sia in possesso di un certificato di idoneità al lavoro, ottenuto a seguito di visita medica legale, e una dichiarazione sottoscritta dai genitori del lavoratore stesso, nonché dal Sindaco del comune presso cui risiede, in cui viene rilasciato il permesso ad effettuare la prestazione lavorativa.
Una volta raccolti tutti i dati si potrà procedere alla stesura vera e propria del contratto, il quale dovrà
presentare gli orari stabiliti, la durata, il luogo presso il quale si effettua la prestazione lavorativa, e le
varie condizioni pattuite tra le parti. I contributi lavoro domestico dovranno poi essere versati dal
datore di lavoro direttamente all’Inps con cadenza trimestrale.
Il datore di lavoro è inoltre tenuto a comunicare all’Istituto di Previdenza Sociale il periodo temporale
per il quale è stato stipulato il contratto, almeno 24 ore del primo giorno lavorativo. Per far ciò basta
andare sul sito ufficiale, nella sezione dedicata al lavoro domestico.
Commenta per primo