Nel Decreto Rilancio, che contiene le misure previste dal Governo per il rilancio dell’economia italiana gravemente segnata dal Coronavirus, ci sono anche disposizioni riguardanti la regolarizzazione dei braccianti e quindi l’adozione del giusto contratto di lavoro. L’articolo in questione è il 110 bis intitolato “Emersione dei rapporti di lavoro” che si può esplicare seguendo due meccanismi:

l’autodenuncia del datore di lavoro, con cui i datori di lavoro possono presentare domanda per sottoscrivere un contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti in Italia o per dichiarare l’esistenza di un rapporto di lavoro irregolare in corso.

Regolarizzazione braccianti, la procedura

Per la procedura di emersione, bisognerà pagare un contributo di 400 euro per ciascun lavoratore.

Nella possibilità, per tutti quei soggetti già possessori di un permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in un altro titolo di soggiorno, di richiedere un permesso temporaneo di sei mesi con cui poter ricercare un nuovo lavoro sul territorio nazionale.

Il contributo per ottenere tale permesso è di 160 euro.

Se nell’arco dei sei mesi il cittadino straniero ottiene un contratto di lavoro subordinato, il permesso temporaneo si trasforma in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Il bracciante (o lavoratore) straniero, comunque, deve trovarsi in Italia da prima dell’8 marzo e dopo quella data non deve essersi spostato dal territorio nazionale.

Nella richiesta di regolarizzazione bisogna indicare la durata del contratto di lavoro e la retribuzione (che non deve essere inferiore rispetto a quella prevista dal contratto collettivo di lavoro di riferimento).

Le istanze di regolarizzazione dei contratti di lavoro possono essere presentate:

all’INPS per i lavoratori agricoli italiani o per i cittadini di uno Stato membro dell’Unione Europea;
presso lo sportello unico per l’immigrazione per i braccianti extracomunitari;

presso la Questura, per il rilascio del permesso di soggiorno temporaneo (unitamente alla documentazione che attesti l’attività lavorativa svolta nel settore agricolo).