Sono sempre di più le ragazze che dopo aver conseguito il diploma presso una scuola di parrucchiere, decidono di diventare parrucchiere a domicilio. Questa attività può essere svolta legalmente in Italia ed implica di non doversi preoccupare di trovare un locale in cui svolgere il proprio lavoro ma di poterlo fare a casa propria o a casa del cliente.

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Cosa dice la legge

Infatti, stando alla Legge 174/2005, l’attività di acconciatore può essere svolta anche presso il domicilio dell’esercente ovvero presso la sede designata dal cliente, nel rispetto dei criteri stabiliti dalle leggi e dai regolamenti regionali.

La regolamentazione rispetto all’attività nella propria abitazione o presso il domicilio del cliente, spetta al Comune in cui si intende svolgere la propria professione. Per prima cosa, dunque, è necessario informarsi presso il proprio Comune (in particolare allo Sportello unico attività produttive).

Poi sarà necessario aprire la Partita IVA e, come al solito, si può scegliere fra:

regime forfettario
contabilità semplificata

Il regime forfettario è un regime agevolato che:

non obbliga alla tenuta delle scritture contabili
non prevede l’IVA in fattura né la ritenuta d’acconto
prevede una tassazione al 5% per le start up per 5 anni e al 15% per le altre
non prevede la fattura elettronica B2B ed esonera da esterometro, spesometro e studi di settore
ha un limite di fatturato annuo di 65 mila euro, un limite da lavoro dipendente di 30 mila euro e un limite di spesa per assunzione/retribuzione personale di 20 mila euro.

Quanto invece al regime semplificato:

è obbligatoria la tenuta delle scritture contabili
prevede l’IVA in fattura e tasse a partire da un’aliquota del 23%
è dovuta la ritenuta d’acconto in fattura e la fattura elettronica B2B

Dunque, per svolgere in maniera legale il lavoro di parrucchiera a domicilio, occorre aprire la Partita IVA, scegliendo il regime che fa più al caso proprio.