Arriva il tanto atteso aumento stipendi del settore pubblico con una media a dipendente che si aggira intorno agli 85 euro mensili. Un piccolo aumento che si aggiunge all'aumento dei diritti dei lavoratori come congedi e permessi.

Un 2018 che inizia con diverse speranze ma anche con diverse incertezze, cominciando dalle prossime elezioni con una proiezione che attualmente non vede nessun partito con i numeri per governare.
Sicuramente tra i punti più delicati c’è senza dubbio l’aumento degli stipendi e che fortunatamente nei primi mesi di questo 2018 vedrà l’aumento stipendi dipendenti pubblici diventare realtà.

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Aumento stipendi a chi spetta

Sono stati mesi lunghi e di trattative tra governo e sindacati ma che alla fine ha portato i tanti aspettati aumenti stipendi pubblica amministrazione. Un accordo che infatti vede il rinnovo dei contratti degli statali, coinvolgendo i lavoratori di ministeri, enti pubblici non economici e agenzie fiscali, un totale di circa 247mila persone.
Un aumento sitpendi statali che avrà un range che varia a seconda della mansione dai 63 euro mensili ai 117 euro mensili lordi. Un aumento che darà un piccolo e leggero respiro e che sarà in vigore dal prossimo marzo 2018.
Oltre agli aumenti citati sopra ci aggiungerà l’assegno per i livelli più bassi che sara tra i 21 e i 25 euro, facendo una media lo stipendio medio dovrebbe alzarsi di circa 85 euro mensili a dipendente.

Orai di lavoro cosa cambia

Per quanto riguarda gli orari di lavoro, anche qui dopo una lunghissima trattativa tra sindacati e
governo non ci saranno cambiamenti e variazioni. Quindi a monte di un aumento stipendio annuale,
non ci sarà una maggiorazione delle ore di lavoro che rimarranno a 36 ore a settimana.
Finalmente un risultato positivo che sblocca l’aumento stipendi dipendenti pubblici che da nove anni
era fermo. Molto importante anche alcuni diritti che sono stati inseriti nel nuovo contratto di lavoro
come i permessi e i congedi ma anche visite, terapie ed esami alle donne vittime di violenza con
l’aggiunta di altri tre mesi di congedo oltre a quelli già previsti.
Un cambiamento che da sicuramente segnali di positività e di ripartenza per poter dare una migliore
tranquillità a quasi 250mila lavoratori del settore pubblico.