Un creditore che esiga in maniera veloce il pagamento di un proprio debito, può ricorrere al decreto ingiuntivo (o provvedimento monitorio o ingiunzione di pagamento).

Mediante questo istituto, il creditore (detto ricorrente o ingiungente) può, in tempi brevi, venire in possesso di quanto gli è dovuto dal debitore (detto ingiunto o resistente), con meno burocrazia, costi e tempi rispetto ad un procedimento ordinario.

Infatti, con il decreto ingiuntivo, il giudice, su richiesta del creditore, ingiunge al debitore:

il pagamento di una somma di denaro
la consegna di una determinata quantità di cose fungibili
la consegna di una cosa determinata

Senza dover emettere un contraddittorio, cioè ascoltare la controparte, e senza un accertamento approfondito del diritto fatto valere.

Quindi quando si applica il decreto ingiuntivo?

Il decreto ingiuntivo si può applicare ogni qualvolta una persona fisica o giuridica voglia condannare il debitore al pagamento di quanto dovuto. Le uniche due condizioni sono che il creditore sia titolare di un diritto di credito e che abbia una prova scritta del credito vantato.

Quanto al diritto di credito, abbiamo detto che può essere:

una somma di denaro liquida ed esigibile
una determinata quantità di cose fungibili
la consegna di una cosa mobile determinata

Non costituiscono titoli di credito:

i crediti di fare e non fare
i crediti per il rilascio di cose immobili
i crediti aventi ad oggetto una quantità indeterminata di denaro o di cose fungibili

Se sussistono queste condizioni e queste caratteristiche dei titoli di credito, allora il creditore può procedere al deposito dell’omonimo ricorso presso la cancelleria del giudice competente.

Se il giudice accoglie il ricorso, ingiunge al debitore di pagare la somma o consegnare la quantità di beni richiesti entro il termine di 40 giorni. Trascorsi i 40 giorni, il provvedimento diventa esecutivo, e si può procedere con il pignoramento dei beni del debitore per soddisfare il credito del creditore.