Per intraprendere la carriera da avvocato è necessario conseguire la laurea in giurisprudenza. Attualmente, è attivo il Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza (LM) che dura 5 anni. Dopo aver conseguito il titolo, è necessario fare pratica forense presso uno studio legale di un avvocato (dominus) che sia iscritto all’Albo degli Avvocati da almeno 5 anni.
Avvocato, il praticantato dopo la laurea
La pratica dura 18 mesi e in questo periodo il praticante dovrà partecipare ad almeno 20 udienze per ogni semestre dell’avvocato presso cui svolge il tirocinio: di queste, il dominus tiene nota nel verbale di udienze e nel libretto della pratica. Anche i laureandi possono svolgere il primo semestre di pratica forense quando ancora frequentano l’ultimo anno dell’Università.
Invece della pratica forense presso uno studio legale, ci si può iscrivere ad una Scuola di Specializzazione che consentirà di conseguire un diploma e di fare comunque pratica forense però per un solo anno. Dopo il primo anno di pratica forense, a prescindere dal percorso scelto, si può decidere di iscriversi al Registro Praticanti Abilitati che da la possibilità al praticante di poter agire in giudizio senza aver bisogno del dominus tranne in certe circostanze.
Esame di stato per l’esercizio della professione
Dopo aver terminato la pratica, si dovrà affrontare l’Esame di Stato per poter essere abilitati all’esercizio della professione forense. Questo Esame di Stato prevede 3 prove scritte e una orale: quelle scritte riguardano la redazione di due pareri legali in materie regolate dal Codice Civile e dal Codice Penale e di un Atto Giudiziario.
L’orale, invece, è un colloquio di fronte ad una commissione di giuristi, avvocati, magistrati e professori universitari per discutere dello scritto e rispondere a domande sulle 5 materie scelte dall’aspirante avvocato. Una volta superato questo Esame di Stato, è necessario iscriversi all’Albo degli Avvocati presso l’Ordine di appartenenza e alla Cassa Forense.
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