L’emergenza Coronavirus ha rivoluzionato il mondo del lavoro, facendo diffondere ancora di più la modalità di lavoro agile, lo smart working. Si può ricevere il controllo da parte dell’INPS se si è in malattia e si svolge lavoro in modalità smart working?

Sebbene in un primo momento, proprio a causa del Coronavirus, erano stati sospesi i controlli fiscali da parte dell’INPS ai lavoratori in malattia, ora sono ripresi con nuove modalità proprio per garantire la sicurezza sia dei lavoratori che dei funzionari che li svolgono. Come prima del Covid-19, i lavoratori devono rispettare delle fasce di reperibilità in cui farsi trovare a casa per il controllo fiscale.

Come si decide il controllo medico durante lo smart working

L’INPS, che con il datore di lavoro può decidere per la visita fiscale, provvederà a controllare i certificati medici e a verificare se ci siano casi sospetti di Coronavirus (ad esempio se si riscontrino sintomi quali raffreddore e febbre). Qualora scatti la visita fiscale, il medico deve, tramite telefono o citofono, sottoporre il lavoratore ad una “visita preventiva” (triage). Questa visita serve al medico per verificare che il lavoratore non sia positivo al Covid: in caso lo sospetti, infatti, il medico è autorizzato a non procedere alla visita.

Nel caso in cui invece si possa procedere alla visita, sia il medico che il paziente devono essere muniti di dispositivi di protezione individuali da indossare. Se il lavoratore non si trova a casa durante la visita, gli verrà richiesto di presentarsi presso la sede INPS all’orario stabilito per sottoporsi ad una visita di controllo. Anche per i lavoratori che operano in regime di smart working e si trovano in malattia, valgono le stesse regole e le stesse fasce orarie di reperibilità.

Anche per loro, l’INPS valuta i certificati e, nel caso di visita fiscale, sia il medico che il lavoratore dovranno indossare dispositivi di protezione individuale per la salvaguardia della salute di entrambi.