La fase 2 dell’emergenza Coronavirus, iniziata il 4 maggio, prevede essere una fase molto delicata in cui ricominceranno ad operare molte aziende e molti uffici. In questa fase di transizione, l’obiettivo delle aziende e degli uffici deve essere quello di garantire la massima sicurezza e il rispetto di tutte le precauzioni al fine di evitare nuovi contagi e di tutelare la salute dei lavoratori e del pubblico. ovviamente queste precauzione vanno ad aggiungersi alle norme sulla sicurezza sul lavoro vigenti.

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Le regole per gli uffici aperti al pubblico durante il coronavirus

Proprio a proposito degli uffici aperti al pubblico, questi dovranno seguire una serie di regole per garantire la massima efficienza nei servizi ma anche la massima sicurezza per i cittadini che vi si recheranno. Le parole chiave di questa nuova fase sono “rimodulazione degli orari e degli spazi di lavoro”, al fine di ridurre il numero di presenze in contemporanea nell’ufficio e l’affollamento sui mezzi pubblici.

All’ingresso dell’ufficio dovranno essere posizioni termoscanner per la misurazione della temperatura corporea, così da impedire l’accesso a chiunque abbia la febbre. Gli orari di ingresso e di uscita devono essere scaglionati ed eventualmente si devono prevedere delle porte di entrata e di uscita separate.

Gli spazi negli uffici

All’interno dell’ufficio, gli spazi devono essere riorganizzati per consentire il rispetto del distanziamento sociale e, negli ambienti dove lavorano più operatori contemporaneamente, vanno considerate soluzioni come il posizionamento fra le postazioni di pannelli di plexiglass oppure l’utilizzo di sale riunioni per il lavoro di coloro che non abbiano bisogno di particolari strumenti o attrezzature.

Negli spazi comuni (mense, spogliatoi, servizi igienici) gli ingressi devono essere contingentati, deve essere favorita la turnazione nella fruizione e vi deve essere la ventilazione continua degli ambienti. Virginia Raggi, sindaca di Roma, ad esempio sta considerando l’apertura degli uffici anche di sabato ed orari di apertura e chiusura nuovi (dalle 11 alle 18) per permettere l’afflusso di cittadini su 6 giorni (e non 5) ed evitare la cosiddetta “ora di punta” al mattino.

Ad ogni modo, laddove sia possibile, si deve prevedere la continuazione del lavoro in modalità smart working.