Lo smart working (lavoro agile) è una modalità di lavoro diffusa già da diversi anni ma che sta trovando la sua massima diffusione in questo momento storico in cui l’Italia è in preda all’emergenza Coronavirus. Infatti, questa modalità di lavoro consente, da una parte ai dipendenti di lavorare da casa senza doversi recare sul posto di lavoro e dall’altra, alle aziende di continuare a lavorare senza subire un blocco nella attività.

Emergenza e smart working

Fra l’altro, proprio per via dell’emergenza, è molto più semplice per un’azienda aderire allo smart working e implementarlo nella propria attività grazie ad una procedura semplificata.

Ci sono delle piattaforme di smart working che consentono il lavoro da remoto: ai lavoratori e ai manager consentono di pianificare le attività e di interagire con il proprio team oltre che di monitorare le performance di questo.

Una di queste piattaforme è Cisco Webex Meetings che permette di pianificare e partecipare a riunioni oltre che la condivisione di documenti e dati fra colleghi. Oppure Microsoft Teams che offre soluzione di smart working come videochiamate, chat, condivisione file e archiviazione.

Ancora, Google Suite composta da diversi strumenti di ausilio per chiunque debba lavorare in smart working a partire da gmail (la casella di posta), Google Drive (un cloud sul quale “depositare” i propri file e condividerli con il resto del team), Google Calendar (per creare il proprio calendario con eventi o meeting da “segnare” e sincronizzare con i propri colleghi) ed infine Google Hangouts Meet (per le videochiamate o anche le conferenze fino a 250 partecipanti contemporaneamente).

Infine, possono essere d’ausilio per lo smart working anche alcuni strumenti o software che vengono utilizzati giornalmente: ad esempio Skype che permette di mantenere i rapporti con i propri colleghi, clienti o datore di lavoro, anche a distanza oppure Dropbox, una piattaforma di archiviazione di documenti da poter condividere con il resto del team.