Il crowdfunding è una forma di finanziamento utilizzata dalle startup e dalle PMi per raccogliere fondi in cambio della cessione di titoli di partecipazione della società. Attualmente non esiste una regolamentazione a livello europeo. Tuttavia, i singoli stati membri hanno adottato una disciplina specifica in merito a questa modalità di finanziamento. L’Italia è stato il primo stato nel 2013, mentre altri non hanno ancora provveduto all’approvazione di una normativa in materia. Se dunque un investitore intende aprire una campagna di crowdfunding europea deve affrontare normative talvolta non uniformi. Per questo motivo, l’8 marzo 2018 la Commissione Europea e il FinTech Action plan hanno presentato una proposta di regolamento sui fornitori di servizi di crowdfunding.
La proposta del marchio unico europeo
Il marchio unico europeo proposto da FinTech intende fornire alle imprese la possibilità di raccogliere in modo transfrontaliero i finanziamenti necessari in un regime di mutuo riconoscimento da parte degli stati. Sulla base di questa nuova proposta, i gestori delle piattaforme di equity crowdfunding dovranno presentare una domanda di autorizzazione all’ESMA. Ottenuta l’autorizzazione essi riceveranno una sorta di “passaporto europeo” per lanciare le campagne online disponibili per tutti gli Stati membri.
Il regolamento prevede anche numerose tutele per gli investitori. In primo luogo, tutti i gestori dovranno rendere trasparente la modalità di investimento specificandone i costi, gli oneri e la natura del rischio legato all’investimento. In seguito tutti i potenziali investitori verranno indirizzati ad un test di valutazione delle loro conoscenze di base. Infine, verrà messo a disposizione di tutti un servizio di simulazione della capacità di sostenere le perdite.
Protezione del marchio online
La sempre maggiore importanza che sta acquisendo Internet per la crescita di una neonata azienda si sta andando a scontrare con l’arretratezza delle legislazioni nazionali in merito alla tutela della proprietà intellettuale. Far conoscere il proprio marchio tramite le nuove manovre di comunicazione pubblicitaria permette a sempre più realtà meritevoli di emergere dall’anonimato. D’altro canto, è pur vero che i meccanismi di indicizzazione dei siti da parte dei motori di ricerca prestano facilmente il fianco ad alcuni illeciti. Inserire ad esempio il nome di un marchio conosciuto all’interno del proprio sito, nella velata forma di metatag o stringa di codice, è una manovra molto comune, illecita ma remunerativa in termini di click ricevuti. Per arginare il problema, esistono da qualche tempo apposite compagnie di monitoraggio web che offrono un servizio di vigilanza riguardo l’appropriazione indebita del proprio marchio.
Mamacrowd, l’alfiere dell’equity crowdfunding
Tra le piattaforme di equity crowdfunding più prolifiche, a livello di numeri, si distingue dalla concorrenza Mamacrowd. L’aumento esponenziale di investitori, investimenti e campagne portate a termine con successo tramite questo portale, ne fa uno dei più rinomati nell’ambito. Solo nel 2018 il numero di investitori è aumentato da 80 del 2017 a 195, con un entrata di capitali solo nel primo semestre superiore a 4 milioni di euro. Il sito si distingue inoltre per la sua accessibilità e la semplicità con cui mette in contatto aziende e investitori. Tutti fattori che hanno già decretato il successo di alcune campagne nate proprio grazie a Mamacrowd, come My Cooking Box e ShapeMe.
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